sabato 3 dicembre 2022

In cammino con Monjirō, samurai (?) solitario (02)

(continua dal post precedente)

Monjirō e la spada
Monjirō estrae la sua spada (un wakizashi lungo) solo quando l'avversario lo provoca e poi lo attacca.
Ma forse non è questo il modo più corretto di spiegarlo.
Monjirō estrae la sua spada solo quando viene aggredito e percepisce che il suo avversario sa usare la spada. Ammazzare indiscriminatamente avrebbe attirato le ire delle autorità che l'avrebbero braccato per tutto il paese.
Quando l'avversario è un insignificante spadaccino arruffone, Monjirō cerca di evitare inutili uccisioni usando un mine-uchi (colpisce l'avversario col mine, il filo della lama smussato) o un saya-uchi (colpisce l'avversario con il saya, il fodero rosso).

* uchi significa colpo, fendente.


La tecnica della spada di Monjirō è unica.
Si muove costantemente, corre e cerca di disturbare l'avversario, di confonderlo. 
Un metodo efficace soprattutto se si affronta un gruppo di banditi.
Non è il sontuoso gioco di spade del kenjutsu (l'arte della spada), con le sue pose marziali, che si vede spesso negli sceneggiati d'epoca.
Certamente, a differenza dei samurai, gli improvvisati spadaccini erranti non hanno mai imparato l'arte formale della spada. Infatti, occorrono anni di addestramento per utilizzare quest’arma nella maniera corretta e, anche in tal caso, è inevitabile compiere degli errori. 
I giovani destinati a diventare samurai iniziavano l'apprendistato già a tredici anni, dopo che veniva concesso loro di portare una spada. Se fosse possibile imparare questa disciplina senza l'aiuto di un maestro, i grandi istruttori e le dōjō non esisterebbero.
Quanto a Monjirō, solo l'effettiva esperienza di combattimento acquisita attraverso molte scaramucce gli protegge la vita.

Il palcoscenico è l'Era Tenpō, poco prima della metà del 1800.
Monjirō nasce in una povera famiglia di contadini nel villaggio di Mikazuki, e rischia di essere soppresso subito dopo la nascita, ma ci raccontano che viene salvato dalla sorella maggiore Omitsu.
Monjirō, trascorsa un'infanzia miserabile, lascia la famiglia all'età di dieci anni e diventa un toseinin.

* il toseinin era un vagabondo disoccupato che vivacchiava grazie al coinvolgimento in affari non contemplati nella lista delle comuni attività commerciali. In sostanza, uno dei precursori dello yakuza moderno.

L'Era Tenpō (1831-1845), anticipò di poco la fine del periodo Edo.
Si tratta di un'epoca in cui il potere assoluto dello shōgunato aveva cominciato a perdere colpi. Da quel momento in poi, la carestia causata dal grande freddo provocò frequenti rivolte e gravi incidenti in tutto il paese.
Non c'era fine al numero di contadini impoveriti che fuggivano dai loro villaggi e diventavano emarginati, spesso riciclandosi in giocatori d'azzardo. 
Un'epoca instabile e brutale.

Monjirō, lupo solitario

L'abbigliamento di Monjirō consiste in un paio di waraji sfilacciati, un tsumaorigasa ampio e sbrindellato, un lurido dōchūgappa e un lungo stecchino in bocca.
waraji sono calzature fatte di corda di paglia che si avvolgono al piede tramite dei lacci. Assomigliano vagamente a dei sandali.
Lo tsumaorigasa (o sandōgasa) è un copricapo fatto di corteccia di bambù intrecciata con steli di carice, sagomato sui bordi in modo da coprire il viso. Perfetto per riparare dalla pioggia e dal sole, era indispensabile per chiunque volesse intraprendere un viaggio.
Il dōchūgappa è un mantello di panno, privo del cappuccio, di solito scuro, con motivi rigati, che copre dalle spalle alle cosce.
Infine, Monjirō tiene sempre in bocca uno stecchino. Lo usa spesso come arma di disturbo e ciò rappresenterà un altro suo marchio di fabbrica.

A prima vista, Monjirō appare freddo e privo di emozioni. 
A mano a mano che la puntata procede, viene gradualmente coinvolto in affari e incidenti, imprigionato da grovigli morali da cui non riesce a liberarsi se non risolvendo il problema. Ma non si intromette mai di sua spontanea volontà e non risponde mai alle provocazioni verbali.
Non è difficile immaginare che il suo passato, il fatto di essere considerato quasi una seccatura dai suoi genitori al punto da rischiare di venire ucciso, debba rappresentare una profonda ferita emotiva.

Monjirō evita le strade principali a causa dei frequenti posti di blocco. Preferisce i sentieri secondari che si incanalano nel profondo delle montagne o attraversano i ripidi passi di montagna. È raro che soggiorni in una locanda.
Affittare un angolo del fienile di qualche contadino è considerato quasi un lusso. 
L'opzione di bivaccare all'aperto è sempre dietro l'angolo.

Monjirō non riesce a trovare il suo scopo nella vita.
Forse perché nemmeno lo cerca.
L'intrigante vicenda del lupo solitario, distaccato e taciturno, è la descrizione più accurata del suo modo di vivere.
Poche parole, ma di forte impatto: 
"Arriva il tramonto e poi sorge una nuova alba. Laggiù c'è un sentiero, perché non percorrerlo semplicemente senza farsi tante domande?"

E ancora: 
"Katagishū ni o-oshie dekiru yōna na wa mochiawasete gozansen (Non ho un nome che meriti di essere dichiarato a una persona retta)" dice a chi gli chiede di identificarsi.
Una persona retta... infatti, gli yakuza spesso si riferiscono alla gente comune definendole katagi, cioè persone rette e oneste.

In origine, yakuza includeva queste categorie di individui: i fūraibō (persona che appare dal nulla e scompare nel nulla), i nenashigusa, le erbe senza radici (coloro, cioè, che non hanno un posto dove vivere), e appunto, i toseinin, i viaggiatori vagabondi.

"Toseinin no sekai ni wa, mikata wa inē. Shinjirareru no wa, jibun dake degozansu (Nel mondo di noi toseinin non esistono alleati. L'unica persona di cui ti puoi fidare è te stesso)" dice ancora Monjirō. 

Non che i vagabondi fossero tutti necessariamente dei criminali.
Oltre agli emarginati di vario tipo, la graduatoria contemplava ovviamente gli individui che vivevano al di fuori delle leggi e delle norme della società, per cui ladri, furfanti e delinquenti.
In questo senso, c'era ancora una sottile differenza coi tatuati bakuto (giocatori d'azzardo ambulanti) e i tekiya (mercanti itineranti), altri pseudo emarginati che si organizzavano per godere di un sostentamento costante ed erano accettati dalle istituzioni.
Dal 1600 in poi, lo shōgunato represse severamente il gioco d'azzardo, considerandolo un reato grave.
Trascorso un centinaio d'anni, la categoria dei gamblers tatuati riemerse alla luce del sole e continuò a operare fino ai tempi moderni.
Poi, nel corso del tempo, parecchi di costoro vennero inglobati nel calderone di quella che ormai era diventata a tutti gli effetti malavita organizzata.

Sebbene lo sceneggiato tratti vicende fittizie, descrive perfettamente tutte le categorie che rimasero "escluse dal quadro sociale" del Giappone di quell'epoca. Sono loro i veri protagonisti di questa serie.

4 commenti:

  1. Accidenti dopo tutto questo, devo trovare un qualche modo per rivedere tutti gli episodi doppiati in italiano!
    Ciao
    Giù

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie della visita!
      E mi raccomando, se li trovi, fammi un fischio!
      Rivederli anche in italiano sarebbe un sogno!

      Elimina
  2. Invece guardando insieme ai miei figli un anime che va di moda di questi tempi, ho trovato questo personaggio (Atomic Samurai):
    https://static.wikia.nocookie.net/onepunchman/images/1/15/Kamikaze_Manga_Full_Appearance.png/revision/latest/scale-to-width-down/204?cb=20191119194659

    Evidentemente lo stuzzicadenti in bocca è diventato iconico in Giappone.
    Ciao
    Giù

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Giù, grazie del messaggio.
      Lo stuzzicadenti e certe frasi di Monjiro erano davvero iconiche soprattutto negli anni settanta e ottanta. Ogni tanto si incrociano in alcuni cartoni dell'epoca.
      Ora, di noto, è rimasto solo lo stuzzicadenti, almeno per quelli che riescono a collegare le cose. Le ultime generazioni, invece, non hanno la minima idea di chi sia il personaggio.
      Atomic Samurai non lo conoscevo, ho scoperto che è un personaggio di "One-Punch Man": tuttavia, essendo veramente un samurai, porta due spade, mentre Monjiro, semplice giocatore d'azzardo, soltanto una.
      Ciao!

      Elimina